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La Liturgia, fonte e culmine – II

Per la corretta celebrazione dell’Eucaristia nella sua forma tipica (solenne), occorre tener presenti alcune norme e rubriche che aiutano ad assumere e migliorare il nostro atteggiamento liturgico. Si propone pertanto la lettura di alcuni punti dell’Introduzione al Messale Romano invitando nello stesso tempo, all’attenta lettura dell’intero testo di tale Introduzione.

Riti di introduzione. Arrivati all’altare, il sacerdote e i ministri fanno un inchino profondo. La croce con l’immagine di Cristo crocifisso, se portata in processione, viene collocata presso l’altare perché sia la croce dell’altare, che deve essere una soltanto, altrimenti si metta in disparte in un luogo degno. I candelabri invece si mettano sull’altare o accanto ad esso; è bene che l’Evangeliario sia collocato sull’altare.Il sacerdote accede all’altare e lo venera con il bacio. Poi, secondo l’opportunità, incensa la croce e l’altare, girandogli intorno.
Dopo il segno della Croce e il saluto liturgico il sacerdote invita il popolo alla preghiera, dicendo a mani giunte: Preghiamo. E tutti insieme con il sacerdote pregano, per breve tempo, in silenzio. Poi il sacerdote, con le braccia allargate, dice la colletta.

Liturgia della Parola. Terminata la colletta, tutti siedono. Il sacerdote in modo molto breve può introdurre i fedeli alla Liturgia della Parola. Dopo ogni lettura si può osservare, secondo l’opportunità, un breve momento di silenzio affinché tutti meditino brevemente ciò che hanno ascoltato. Mentre si canta l’Alleluia o un altro canto, se si usa l’incenso, il sacerdote lo mette nel turibolo e lo benedice, senza nulla dire. Quindi, a mani giunte, e inchinato profondamente davanti all’altare, dice sottovoce: Purifica il mio cuore…
All’ambone il sacerdote apre il libro e, a mani giunte, dice: Il Signore sia con voi. Alla fine della lettura, il sacerdote bacia il libro, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo cancelli i nostri peccati. Il sacerdote, stando alla sede o allo stesso ambone, o, secondo l’opportunità, in un altro luogo idoneo, pronuncia l’omelia, al termine della quale si può osservare un momento di silenzio.

Liturgia Eucaristica. Dopo la preparazione dell’altare per l’offertorio il sacerdote riceve la patena con il pane, e tenendola con entrambe le mani un po’ sollevata sull’altare, dice sottovoce: Benedetto sei tu, Signore… Quindi depone la patena con il pane sopra il corporale.Poi il sacerdote, stando a lato dell’altare, dalle ampolline presentate dal ministro, versa il vino e un po’ d’acqua nel calice, dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino… Ritornato al centro dell’altare, prende il calice e, tenendolo un po’ sollevato con entrambe le mani, dice sottovoce: Benedetto sei tu, Signore...; quindi depone il calice sul corporale e, se occorre, lo copre con la palla.
Se non si fa il canto all’offertorio o non si suona l’organo, il sacerdote, nella presentazione del pane e del vino, può dire ad alta voce le formule della benedizione, alle quali il popolo risponde: Benedetto nei secoli il Signore.
Deposto il calice sull’altare, il sacerdote, inchinandosi profondamente, dice sottovoce: Umili e pentiti…
Se si usa l’incenso, il sacerdote lo infonde nel turibolo, lo benedice senza nulla dire e incensa le offerte, la croce e l’altare. Il ministro, stando a lato dell’altare, incensa il celebrante, poi il popolo.
Dopo la preghiera: umili e pentiti…, oppure dopo l’incensazione, il sacerdote, stando a lato dell’altare, si lava le mani con l’acqua versatagli dal ministro, dicendo sottovoce: Lavami, Signore, da ogni colpa…
Ritornato al centro dell’altare, il sacerdote, rivolto al popolo, allargando e ricongiungendo le mani, lo invita a pregare dicendo: Pregate, fratelli… Dopo la risposta del popolo, il sacerdote, con le braccia allargate, dice l’orazione sopra le offerte.
Quindi il sacerdote inizia la Preghiera eucaristica, allargando le braccia, canta o dice: Il Signore sia con voi; Prosegue: In alto i nostri cuori, e intanto innalza le mani. Poi il sacerdote, con le braccia aperte, soggiunge: Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio, quindi, con le braccia allargate, continua il prefazio.
Al termine della Preghiera eucaristica, il sacerdote, prendendo la patena con l’ostia insieme al calice, ed elevandoli entrambi, pronuncia, lui solo, la dossologia: Per Cristo… Il popolo al termine acclama: Amen, dopodiché il sacerdote depone sopra il corporale la patena e il calice.
Dopo il segno di pace e mentre si canta Agnello di Dio, il sacerdote prende l’ostia, la spezza sopra la patena e ne mette una particella nel calice, dicendo sottovoce: Il Corpo e il Sangue… Quindi il sacerdote dice sottovoce e con le mani giunte la preghiera alla Comunione: Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo…, oppure La Comunione con il tuo Corpo… Terminata la preghiera, il sacerdote genuflette, prende l’ostia consacrata nella stessa Messa e, tenendola alquanto sollevata sopra la patena o sopra il calice, rivolto al popolo, dice: Ecco l’Agnello di Dio…
Poi, rivolto all’altare, il sacerdote dice sottovoce: Il Corpo di Cristo mi custodisca per la vita eterna, e con riverenza si ciba del Corpo di Cristo. Quindi prende il calice, dicendo sottovoce: Il Sangue di Cristo mi custodisca per la vita eterna, e con riverenza beve il Sangue di Cristo.

Riti di conclusione. Per la benedizione finale al popolo il sacerdote, allargando le braccia, saluta il popolo, dicendo: Il Signore sia con voi; congiunge ancora le mani e subito, tenendo la mano sinistra sul petto e alzando la destra, soggiunge: Vi benedica Dio onnipotente, e, tracciando il segno di croce sopra il popolo, prosegue: Padre e Figlio e Spirito Santo. Subito dopo la benedizione, il sacerdote, a mani giunte, aggiunge: La Messa è finita: andate in pace, oppure usa una un’altra formula di congedo.